Prologo:
La rete di informatori dell’Arco nel Nulla porta notizie da quello che è considerato ormai il regno di Silva, dove le armature scintillano alla luce fioca dei roghi e si sussurra di movimenti inquietanti. Un’intera brigata, armata fino ai denti, si dirige verso la Forra Spaccata, un luogo infausto dove il terreno si spacca come il cuore di un traditore. Il loro obiettivo è l’antico ponte in legno che sovrasta il Fiume Ruggente, l’unico passaggio che da nord porta verso Sannabidia.
Jason, il capo delle operazioni esterne della resistenza, convoca i suoi fidati collaboratori. In una stanza scavata nella pietra, illuminata solo dalla luce delle candele, una mappa mostra gli spostamenti delle truppe. Mentre indica vari punti intorno alla Forra impartisce l’ordine: “Fermate la Brigata Ponente, ad ogni costo”. La tensione è palpabile, come il suono di un tamburo prima della battaglia. La missione è chiara, ma il pericolo è immenso. Se avranno successo, Sannabidia respirerà ancora, libera dall’assedio.
L’enorme gruppo di avventurieri si muove diviso in tre gruppi distinti per evitare di dare nell’occhio, per poi riunirsi solo in prossimità della valle alle pendici del Massiccio delle Zanne, poco prima di raggiungere il Fiume.
Il destino di Sannabidia e della futura alleanza del sud, pende da un filo sottile come la seta ma forte come la volontà di coloro che sono pronti a lottare per la libertà.
Epilogo:
Forti boati riempiono l’aria per l’intera giornata di scontri, emblemi della distruzione di cui l’esercito di Silva è portatore. A fine giornata, tutti gli animali che vivevano nell’area della Forra Spaccata sono ormai fuggiti terrorizzati, e persino gli avventurieri sono storditi e con le orecchie sibilanti. Compiuta la loro missione, si allontanano malconci dai ponti sul Fiume Ruggente, che con le ultime grandiose esplosioni collassano alle loro spalle, inabissandosi tra le rapide acque e bloccandone la traversata.
Poco tempo dopo delle voci allertano il gruppo, che sfodera nervosamente le armi preparandosi ad un nuovo assalto. Dagli alberi sbuca un piccolo drappello di pelleverde, guidato dai due goblin liberati alla Forra, Slurp e Burp. Tirato un sospiro di sollievo e abbassate le armi, gli esploratori delle Tribù assistono i feriti mentre vengono scambiate le informazioni: dopo il primo periodo di scontri con i cultisti di Cloto, al fianco di Sannabidia, le Tribù si ritirarono sul massiccio, portando con loro l’Oligarca della Magia Taneleer Tivan, unico sopravvissuto del governo sannabidiense, per metterlo al sicuro dall’avanzata del demone. Dal massiccio la colonna di luce dovuta all’ascesa di Keiros è stata ben visibile, e le Tribù, custodi da sempre del pilastro, capirono subito che il demone era stato sconfitto, e lasciarono tornare Tivan al suo posto in città. Di contro, raccontate la vostra storia, felici di poter finalmente contare su dei veri alleati fidati. Con la promessa di collaborare con la resistenza, gli esploratori si congedano, garantendo che dei loro esponenti si faranno sempre trovare in taverna a Sannabidia per ogni evenienza.
Tornate all’Arco nel Nulla, dove venite accolti ancora una volta come eroi, ma l’entusiasmo si spegne vedendo i corpi dei compagni che vi portate dietro. I responsabili si recano a fare rapporto a Jason, raccontando ogni avvenimento, piangendo i caduti e mettendo in guardia da Viktor Lungaguerra, che è tornato da Silva avvisandolo della loro presenza, e soprattutto di quella di maghi e teurghi tra le loro fila. Jason ascolta tutto il vostro rapporto senza fiatare, in piedi, ma il suo volto di fa sempre più cupo, e circa a metà del racconto si accascia su una sedia, iniziando a strofinarsi nervosamente il volto con le mani. Quando finite, vi chiede di sedervi, e inizia a parlare: “Non è facile decidere da dove iniziare, ma avete compiuto la missione, e questo è innegabile. Il vostro sforzo rallenterà l’esercito a dovere, e sarà essenziale per aprire le trattative con Sannabidia. – fa una lunga pausa, guardandovi uno ad uno negli occhi – Avete sconfitto il demone più potente che si sia mai visto, la vostra forza è indubbia, ma è evidente che non abbiate mai affrontato un esercito. Tutto ciò che avete sconfitto fino ad ora era composto da orde disorganizzate, è ovvio che non abbiate esperienza contro squadre militarizzate e ben addestrate. Se vorrete scontrarvi ancora con Silva dovrete imparare a combattere come un sol uomo, organizzare i vostri ruoli in modo preciso per sfruttare i punti di forza di ognuno e non scoprire i vostri punti deboli. I nostri nemici hanno ricevuto l’addestramento e le conoscenze dei vostri vecchi Collegi, non sono briganti o mostri senza cervello. Non sottovalutateli mai. Ora scusatemi, devo aumentare la sorveglianza, se davvero hanno saputo che esistiamo inizierà una ricerca serrata, siamo tutti in pericolo. Andate a dedicare del tempo ai compagni caduti, siete congedati.”
L’intero Arco nel Nulla terrà un rito funebre per chi non ce l’ha fatta, e piccoli memoriali adornati con un rapido ritratto del caduto verranno posti in taverna per qualche tempo, sicché chi ne abbia il desiderio possa accendere una candela in loro onore.
L’oste, in onore dell’ultimo fondatore ritrovato e poi nuovamente perduto, dichiara di voler titolare la taverna “Casa di Sansone”.
[Nota OOC: Per tutti coloro che hanno partecipato all’evento “Il Ponte sul Fiume Ruggente” è aperto il Play by Mail fino alle 23:59 del 03/12/2024 https://forms.gle/og9D4LkrfKxaHt1A6 ]