IN TAVERNA TI SI AVVICINA UN UOMO:
Ehi…
Vieni, vieni… non startene lì impalato, che il vino si scalda e la sedia resta fredda.
Siedi, siedi, ché una buona storia comincia sempre con un brindisi e due orecchie pronte ad ascoltare.
Dammi il tuo calice che è vuoto.
Non si dica che il buon vecchio Finn non offra mai eh!
Lascia che mi presenti: io sono Finnegan Vein.
Bardo, viaggiatore, osservatore del mondo… e, a dire il vero, un discreto frequentatore di botti, otri e bordelli.
Ah, ho avuto la mia parte di guai.
In gioventù ero più famoso per i miei brindisi che per le mie canzoni… e per i miei sguardi malandrini che spesso finivano dove non dovevano.
C’è chi mi chiamava donnaiolo, chi libertino… io preferisco dire che ho sempre amato troppo la compagnia e la vita.
Ma non temere, non ti sto spillando monete per la mia compagnia.
Anzi!
Restiamo qui, vicino al camino, che il fuoco scalda e la notte è lunga.
Dimmi un po’, chissà in quale Loggia finirai, novellino…
o dovrei dire novellina? Mh?
Come devo chiamarti?
Ahhh, fa niente, tanto alla fine contano le storie che saprai raccontare, se tornerai, non il nome che porti.
Sai qual è la mia filosofia?
Tutto ha un prezzo. Soprattutto i piaceri.
Un bacio rubato, un bicchiere pieno, una notte di risate… costano sempre qualcosa.
Chi dice che l’amore non ha prezzo, mente.
Chi dice che il vino disseta senza chiedere pegno, non ha mai conosciuto davvero la sete.
Io pago sempre volentieri. Perché i ricordi che restano, beh… quelli valgono più dell’oro.
Ma non divaghiamo.
Ho sentito una voce, fresca fresca come pane appena sfornato.
Le Logge… già, le nostre care Logge, si stanno muovendo.
E non per una scaramuccia qualunque.
Pare che abbiano puntato un luogo oscuro, noto come il Bosco dell’Appeso… o forse l’Albero del Morto.
Ah, ci sono tante versioni, ma tutte hanno in comune un dettaglio: un impiccato che non ha mai smesso di penzolare.
Dicono che chi entri laggiù non sempre ne esce.
Le spedizioni del passato? Svanite.
O meglio… tornate, ma non come avresti sperato.
Quel bosco pullula di creature che chiamano “Senza Sepoltura”: non morti, corpi che rifiutano la tomba.
Eppure, nonostante i rischi, qualcuno sostiene che lì vi siano oggetti interessanti.
Reliquie, strumenti, forse anche qualche bottino dimenticato da mani ormai scheletriche.
Ah, se solo la sete di oro fosse meno forte della sete di vino, il mondo sarebbe un posto più sicuro.
Dimmi un po’, spero che con te viaggi almeno un esperto di quelle antichità che piacciono tanto a voi Eletti.
Perché lì dentro, la curiosità non basta: serve conoscenza.
Io invece… io resto qui a godermi il calore del camino e il rosso del vino.
E mi spiace per te, davvero, che non potrai rimanere a goderti lo stesso.
Una bottiglia condivisa, la risata di una donna… o lo sguardo di un bell’uomo, se quello ti piace di più. (ride)
Bah! Non importa chi, importa che il cuore batta.
Qualunque cosa sia, laggiù si sta organizzando qualcosa di grosso.
E tu, volente o nolente, stai entrando in questa storia…chissà quanti capitoli riuscirai a leggere…o scrivere.
Ma basta con i discorsi cupi! Non vorrei rovinarti la prima sera che ci incontriamo.
Se vorrai rivedermi — o incontrarmi davvero, chi lo sa — cerca le locande.
Io non sto mai fermo troppo a lungo: prima o poi passo, e chi sa ascoltare… mi trova.
Ah, e se ti capita di incrociare qualcuno della Taverna dell’Ultimo Boccale, salutamelo tanto.
Digli che Finnegan Vein manda i suoi saluti.
E che la prossima volta…forse…offre lui.
