Kashmir

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Prologo

Appena dopo il rientro degli avventurieri dalla loro ultima spedizione Oltrevalle viene scossa da una nuova ondata di agitazione e paura; il Senatore Azoth, unico esponente politico rimasto in città, si appella alla popolazione in un comizio in pubblica piazza:

“Cittadini di Oltrevalle tutti, io e i miei colleghi, da voi scelti come senatori, ci scusiamo se siamo stati assenti nei vostri riguardi nelle ultime settimane, ma le minacce incombono e volevamo evitare di impensierirvi e abbiamo lavorato duramente per mantenere Oltrevalle più sicura possibile, cercando di instaurare varie organizzazioni e alleanze per questa nostra città che sempre più cresce. L’allontanamento mio e dei miei compagni senatori non è stato quindi per indifferenza, mi dispiace che ci siano stati dei tumulti e dei movimenti antigovernativi, io in primis ho subito un attentato, non per questo scappo o mi nascondo, sarò qui in città tutti i giorni pronto ad ascoltare qualunque necessità di cui abbiate bisogno, il Dialogo è la chiave della democrazia, non la violenza.

Nel mio e soprattutto nel vostro interesse evitate azioni violente o sarò costretto a seguire gli istinti di autodifesa che per ovvi motivi scattano in ogni uomo che subisca un attacco. Vi ricordo che ognuno è responsabile delle proprie scelte parole e azioni. Nei primi di fumoso una potenziale grande minaccia sarà qui ad Oltrevalle, non abbiamo modo di evitarlo e di contenere qualunque scenario ci si presenterà, chi può si allontani dalla città in quei giorni, le guardie saranno adibite al controllo delle strade e delle proprietà pubbliche e private. Siete stati avvisati e avete il tempo di organizzarvi, fate girare queste informazioni, spero che l’Accademia/ospedale, il plesso dei templi dei Nove e che tutte le strutture cittadine al servizio della città si adeguino e si prodighino a venire incontro al bisogno del singolo.”

Le sue parole, benché pronunciate con l’intento di rassicurare e non allarmare, causano dapprima un moto aggressivo da parte dei suoi detrattori, che lo accusano di non tenere davvero al sicuro la città ed anzi di attirarne i guai, ma poi lasciano spazio, nei giorni successivi, ad agitazione e preoccupazione.

Al sentir nominare una nuova grande minaccia per la città, l’ennesima, ed inevitabile, molti mercanti iniziano a fare le valigie e chiudere bottega, le carovane si riducono giorno dopo giorno, man mano che la notizia si diffonde, e persino gli esponenti delle grandi famiglie mercantili decidono di lasciare Oltrevalle. Buona parte della popolazione, privata delle mercanzie e con la messa in dubbio della sicurezza pubblica, segue l’esempio dei mercanti. In molti sembrano dirigersi verso Sannabidia, dove si dice ci possa essere un centro d’ascolto pronto ad accogliere i rifugiati e fornire supporto emotivo, diretto dal neo nominato “Garante del Benessere cittadino” Jerome Le Chat, già conosciuto come direttore e redattore del Foglio Verde di Sannabidia.

Nel giro di un mese la città passa da essere il centro nevralgico di commerci, scambi culturali e sede delle più grandi attività e organizzazioni del continente, ad una roccaforte militare. Con una popolazione ridotta a circa un terzo, gli unici rimasti sono coloro che in qualche modo sono legati agli avventurieri o ancora si fidano dei senatori o che hanno deciso di restare a difendere la loro casa. Le guardie cittadine e i vari organismi paramilitari pattugliano in guisa completa da battaglia e con la mano sul pomolo della spada, e la loro tensione è palpabile, pronti a scattare al primo rumore sospetto. Le taverne restano aperte, insieme ai luoghi di culto, diventando ancor più il centro nevralgico della preparazione all’arrivo di questa minaccia, dove avventurieri e cittadini si riuniscono per sentirsi più sicuri e fare scorte di cibo e delle poche mercanzie che arrivano in città dalle campagne circostanti. Sale e Peppe, in particolare, viene scelta dagli avventurieri come loro “quartier generale”, per prepararsi all’arrivo di Keiros, ma soprattutto per accogliere la “madre ancestrale”, che è stata contattata dal collegio degli Alfieri per conto loro. 

Che sia ben chiaro, più volte è stato chiesto agli avventurieri di spiegare meglio questa fantomatica minaccia, ma nessuno ha mai voluto dire nulla.

I Collegi e la D.A.G.A., ben consci invece dell’entità del problema, si prodigano a dar supporto agli avventurieri e a far vece dei senatori nella gestione e organizzazione della città: mentre i primi si occupano delle produzioni artigiane e di intensificare la formazione specializzata dei loro iscritti, la D.A.G.A. gestisce la raccolta di informazioni dall’esterno, le difese magiche e nel controllo dei fedeli ai Nove, coordinandosi con i templi, per evitare attentati e problemi di sicurezza.

Un messo intanto giunge con una notizia che non sorprende nessuno, ma che conferma un clima cupo anche altrove: l’annuale riunione degli esponenti delle città, il Conclave Talseano, è annullata, e rinviata a data da destinarsi. 

Gli ultimi giorni prima dell’arrivo di Keiros, annunciato dai suoi cultisti, sono pregni di paura e senso d’attesa, di gente che corre a preparare chissà quale contromisura, di fedeli chiusi nei templi a pregare che tutto vada bene. Piccoli gruppi di mercenari e alcuni bizzarri curiosi arrivano invece ad Oltrevalle, sperando forse di trarre qualche vantaggio dalla situazione.

Ciò su cui però tutti sono in accordo, osservando le strade desolate, è che Oltrevalle potrebbe non tornare mai più quella di un tempo.


Epilogo

Sono le ultime ore del giorno in una Oltrevalle semi-deserta, quando alcune delle guardie cittadine, durante la ronda, vedono una donna che si trascina a fatica per le strade, usando i muri delle case come sostegno. Immediatamente le si avvicinano per prestare soccorso. Un’elfa con una tunica viola adornata da una cintura verde, che sembra star invecchiando sempre più davanti ai loro occhi, attimo dopo attimo: il viso impallidisce e gli occhi perdono lucentezza, perde intere ciocche di capelli, che si tingono di un bianco più puro ogni secondo che passa, la pelle si raggrinzisce tra le mani dei soccorritori sconvolti, e nel solo tempo di capire cosa stia accadendo e prendere la decisione di condurla in ospedale, l’elfa si rinsecchisce ed inizia rapidamente a sgretolarsi, come carbone esausto, ed in un attimo si riduce in polvere. Le guardie, attonite e sconvolte, si ritrovano tra le mani i suoi resti: una tiara di cuoio con un gioiello incastonato e il registro del collegio della Fenice. 

Questo è il racconto incredulo fatto dalla rettrice Lara Thompson agli avventurieri quando raggiunge la taverna Sale e Peppe.

Al suo arrivo la situazione è tragica: c’è chi piange e si dispera, chi ancora non riesce a parlare. Cloto, dopo aver rubato la gemma Blu, aver sottomesso Keiros, un dio, sebbene ancora incompleto, aver dominato i suoi cultisti, ha nuovamente usato i suoi poteri per terrorizzare le persone presenti in taverna, lasciandole impietrite, accecate e assordate per un tempo indefinito. Quando hanno recuperato i sensi inibiti, di Cloto e dei cultisti non v’era più traccia. Vortibrand ancora una volta è stato colpito, ma non è l’unico. Il panico dilaga tra i presenti, e anche il ritorno di Chad Copeland della D.A.G.A., informato da gente che scappava via, non riesce a riportare l’ordine.

Gor, l’orco teurgo, compresa la situazione saluta tutti e va via, diretto al Massiccio delle Zanne per informare e mettere in allerta e allarme le tribù; passerà dalla delegazione, prenderà i suoi compagni e partirà l’indomani mattina presto.

È ormai calata la notte quando tutti sono tornati all’interno della taverna e hanno ritrovato un minimo di calma per provare a fare il punto della situazione, quando arriva Harris, il vice direttore D.A.G.A., per capire cosa stesse accadendo. 

Dapprima un’accozzaglia di voci scoordinate si accavallano tra di loro, poi Harris prova a ripristinare l’ordine, ma è impossibile, sono tutti molto sconvolti, e qualcuno tra la folla lancia anche diversi insulti verso Harris, che accusano D.A.G.A. e senato di non aver protetto la città.

Azoth, che ha ritenuto saggio non attaccare Cloto, ma che avrebbe tanto voluto farlo, cerca con sguardo torvo il dissidente vigliacco che si nasconde tra loro.

Ancora una volta Harris interviene:

“Signori, dato che siamo tutti sconvolti e non riusciamo a fare una discussione ordinata, chi vuole potrà venire a fare rapporto presso la D.A.G.A. qui ad Oltrevalle, metterò a disposizione una stanza per l’occasione. Naturalmente noi non siamo la Draft, non aspettatevi compensi per questi rapporti, ma solo il massimo della collaborazione per fare il punto della situazione e capire come intervenire.”

Finito il discorso Harris si volta e se ne va, ignorando il vociare alle sue spalle.

In un angolo della taverna, dove le luci sono più fioche, si profila una scena che non fosse per la tragicità del momento potrebbe sembrare l’inizio di una barzelletta. Seduti in taverna ci sono: un dio incompleto con la testa da capra, un donna albero con i suoi alberelli, un uomo tornato dalla morte e un talinoriano dal copricapo verde… 

Keiros si alza a fatica, si trascina verso il centro della sala sorretto da Vortibrand e dal suo bastone poi parla, con tono sommesso: 

“Figli miei, la Regina Shantar mi darà asilo nel suo regno, dove cercherò una soluzione a ciò che è successo, per ora voglio che sia chiaro a tutti cosa è accaduto, perché è avvenuto tutto troppo in fretta e qualcuno di voi potrebbe non aver compreso o non avere le informazioni necessarie a comprendere la gravità della situazione. La collana che portava al collo KaShmir, che non so come le sia pervenuta, è la più terribile delle entità che tutto Ennea abbia mai visto. Purtroppo ho capito tardi cosa fosse e solo quando mi ha messo le mani addosso ho riconosciuto il suo potere. In origine era un ornamento, un manico laterale della coppa dell’alleanza, creata da noi otto divinità minori per la comunione tra i popoli e le razze. La coppa rinnovava le alleanze e appianava le divergenze tra coloro che vi bevevano, mantenendo l’equilibrio. In questo ornamento disperso sembra essersi accumulato tutto ciò che di negativo ha sfiorato dalla sua creazione fino ad oggi. Non so cosa possa aver innescato tale meccanismo, forse si è ritrovato a lungo in un luogo pregno di potere ed energie negative, come un campo di battaglia. Ha continuato ad assorbire potere per millenni, una reliquia creata da otto divinità insieme, ma che ha continuato a diventare sempre più potente e desiderosa di nuovo potere… mi dispiace, ma nella mia forma attuale non ero in grado di opporle resistenza, è riuscita a sottomettermi e nascondermi il suo potere senza difficoltà. Mi ha rubato la gemma della materia e il mio corpo, costringendomi ad utilizzare ancora come vascello mortale quello di Nahar, figlio di Shimir, e ultimo esemplare maschio dei Kozar, o come li chiamate voi, ancestrali. Ma ciò che è peggio, Cloto ha assorbito il potere delle gemme e preso il controllo sui miei fedeli. Col suo potere attuale sarebbe in grado di ascendere a divinità e dobbiamo trovare la maniera di fermarlo. Passerò qui la notte, e quando domani il sole sarà alto partirò con la Regina dei radicati e il suo seguito. Non intendo sparire o nascondermi, avrete presto mie notizie.“

[OOC: è aperto il play by mail fino alle 23:59 del 19/02/2024  https://www.ala.social/play-by-mail/ ]